|
Da Tristano e Isotta | (1978-1982) |  |
12. Parla l’eremita | – Ti custodisca Iddio
che tutti custodisce
nella vita vana e rozza,
come il tesoro nascosto nel campo.
E sul tesoro un albero
parla di felicità.
E gli uccellini in volo
– inchino al cielo profondo –
colmano l’orbite degli occhi
del latte dei miracoli:
oh, si può non pensare a nessuno
e si può non scordare nessuno.
Io scelgo una figura,
e lei somiglia a me:
al crepitare notturno del bosco,
al rumore d’un giorno di pioggia,
al sentiero che qualcuno percorre
e innanzi a sé che naviga vede
la zattera casuale e oscillante
dell’ultimo falò.
Ti custodisca Iddio
che sa leggere nei cuori,
nella desolazione, nella devastazione
e nel fondo della fine –
nell’inarrivabile vetro
d’uno scrigno serrato.
Là dove piange la semplice vita
come un bambino,
ti custodisca Iddio,
come oro Suo zecchino!
| |
 |
|
|
|  | | 12. Parla l’eremita |
|
|
|