Da La rosa canina | Leggende e fantasie
(1976 - 1978) | |
Leggenda terza | Sotto questi cieli, questo ponte curvo,
in tempi passati pieni di fole,
fra le prostitute, eremiti ed ospiti
sedeva, chinato, il Dio dei bambini.
«O Signore mio, – sussurrò Maria,
una povera prostituta egizia, –
vedi, anch’io sono come chi si affolla presso di te,
ma il cuore non mi permette di accostarmi».
Io vedo una casa da un tarlo smangiata,
bisbigli ad un tavolo, rumore oltre la porta
e alle finestre una superstizione che non muore,
e piango per tutto quando mi addormento.
Sedeva, chinato, il Dio dei bambini.
Egli è sotto i ponti, nei timpani del tempio,
è fra i tendaggi e il ciarpame dorato,
più non batterà il sofferente ciglio.
A te hanno lasciato una libertà
tremenda, o anima: il tuo pane nell’acqua
offesa sminuzzerai, nutrirai il passato e
condurrai all’altare chi ti è debitore,
lasciandoci indietro, nell’angoscia
della strada, procedi cautamente
temendo le cose e in esse infondendo
il grave calore di lampade vive. | Riccardo D’Alessandro | |
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